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venerdì, Marzo 29, 2024
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Via ai controlli fiscali UE tramite piattaforme digitali

I colossi del web saranno obbligati a fornire i dati al Paese di residenza di un utente

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L’Europa segue l’esempio della Francia e si prepara ad avvalersi delle piattaforme digitali per “spiare” i redditi dei cittadini al fine di accertamenti fiscali. Il consiglio europeo ha approvato in via definitiva la riforma della direttiva sulla cooperazione amministrativa (Dac7) che consegna in mano agli Stati i dati forniti da colossi del digitale come Amazon, Instagram e Airbnb, i quali saranno obbligati a comunicare i guadagni online degli utenti con il loro Paese membro di residenza.

La Commissione Europea prevede che la nuova misura genererà un gettito fiscale aggiuntivo di circa 30 miliardi di euro in tutta l’Unione.

La direttiva sarà ora pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e gli stati membri dovranno recepirla entro il 31 dicembre 2022, con lo scambio di informazioni che sarà attivo dal primo gennaio 2023.

I dati da comunicare comprendono il nome, l’indirizzo codice fiscale, il numero di identificazione Iva e la data di nascita del venditore, oltre al conto corrente su cui il corrispettivo è pagato.

In merito agli affittuari di immobili, le comunicazioni dovranno includere anche l’indirizzo di ogni annuncio immobiliare, i dati catastali, il corrispettivo totale pagato e, se disponibile, il numero di giorni in cui ciascun immobile è stato affittato.

Lo scopo della direttiva è quello di rendere trasparenti redditi percepiti attraverso le piattaforme digitali, dal momento in cui un numero elevato e in costante aumento di privati e imprese utilizza le piattaforme digitali per vendere beni o fornire servizi.

Giovanni Guarise
Giovanni Guarise
Giornalista professionista dal 2010. Nel corso degli anni da freelance ha dedicato particolare attenzione al mondo della Piccola e Media Impresa con approfondimenti, focus e attività di comunicazione.
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