L’indagine ha rilevato 111 fondazioni con sede in Italia, fondate tra il 1963 e il 2018 (40 fondazioni sono state fondate dopo il 2005). Il 45% si trova in Lombardia; segue il Lazio con il 13% delle fondazioni censite. Tra le città dominano Milano con il 25% delle fondazioni e Roma con il 13%. Si conferma quindi una situazione di squilibrio territoriale, con una concentrazione delle fondazioni di impresa nell’Italia settentrionale, dove si trova il 72% delle fondazioni – valore che scende al 24% al Centro, al 3% al Sud, allo 1% nelle Isole.
Per quanto riguarda il settore produttivo delle imprese fondatrici prevale Finanza e credito (20%) seguito dai settori Abbigliamento, Tessile, Moda, Accessori abbigliamento ed Energia, Ambiente, Municipalizzate (entrambi al 10%) e dal settore Alimentare, Bevande e Tabacco (9%). Tra gli altri settori Servizi di consulenza, Chimica e Farmaceutica, e Assicurazioni sono gli unici che superano il 5%.
Tra le ragioni costitutive prevalgono quelle etiche e personali. Per il 72% delle fondazioni è molto rilevante come ragione costitutiva “l’impegno rivolto al bene comune come espressione della cultura aziendale” mentre per il 47% rileva “la forte motivazione personale dell’imprenditore”.
Il 70% delle fondazioni di impresa non ha cambiato nel corso del tempo le ragioni alla base del proprio operato rispetto ai primi anni di attività. Tuttavia, le fondazioni che indicano un cambiamento delle motivazioni alla base del proprio operato segnalano in maggioranza che questo è riconducibile a un allineamento strategico con le politiche di creazione di valore dell’impresa.
Il 32% delle fondazioni del campione riceve annualmente dalle imprese più di 1 milione di euro. Il 37% del campione (23 fondazioni) riceve tra 100 mila a 500 mila euro; 22 delle 30 fondazioni la cui impresa fondatrice ha un numero di dipendenti compreso tra 1.001 e 10.000 riceve annualmente dall’impresa meno di un milione. Il 60% delle fondazioni con imprese di queste dimensioni (18 fondazioni) riceve uno stanziamento annuo che va da oltre 100 mila ad un massimo di 500 mila euro. Nella maggioranza dei casi le fonti extra-impresa incidono sul budget a disposizione solo fino al 20% del totale. Esclusa una fondazione che costituisce un’eccezione con un numero elevato di lavoratori, in media le fondazioni possono contare su 2 dipendenti full time e 1 dipendente part time, e si avvalgono anche di collaboratori e personale distaccato dall’impresa. Le figure più presenti sono il Segretario Generale e il Project Manager. Il 35% prevede nello staff il Responsabile della Comunicazione: le strutture sono sempre più “connesse” e fanno ricorso alla comunicazione online (internet e social media) per promuovere le proprie attività.
Per quanto riguarda il futuro delle fondazioni d’impresa, cresce l’interesse per la filantropia strategica, ma non è ancora del tutto adeguata la capacità di promuoverla nei fatti. Il 70% delle fondazioni di impresa dichiara di effettuare attività di valutazione delle proprie attività. Tuttavia solo poche fanno ricorso ai metodi di valutazione più sofisticati (come valutazione d’impatto). Il 42% ha intenzione di intraprendere nei prossimi tre anni dei cambiamenti nelle modalità di intervento e/o nel settore d’intervento. In particolare, il 48% del campione pensa che debba essere migliorata la comunicazione, il 34% la capacità di progettare sul lungo periodo, il 30% pensa che debbano essere migliorate le modalità di valutazione degli interventi, mentre il 22% ritiene che si debba migliorare il raccordo con gli altri attori presenti sul territorio, oltre a una maggiore focalizzazione su un numero selezionato di interventi. Il 69% ha intenzione, nei prossimi tre anni, di rafforzare la partnership con altre istituzioni e/o organizzazioni fino alla costituzione di reti stabili.
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