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lunedì, Ottobre 14, 2024
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Ambasciatore del Marocco: Italia e Marocco attori principali per la pace nel Mediterraneo

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“L’Europa non puo’ continuare a essere una casa chiusa e non puo’ diventare una fortezza. Finora ha sbagliato tutte le politiche per integrare culture diverse e questo e’ il risultato”: e’ il j’accuse’ lanciato dall’ambasciatore del Marocco a Roma, Hassan Habouyoub, in un’intervista a margine della firma a Roma di un accordo di collaborazione tra AGI e l’agenzia di stampa marocchina MAP.

“L’Europa e i singoli Paesi non hanno un progetto per integrare le realta’ culturali diverse”, ha lamentato il diplomatico, una settimana dopo l’offensiva terroristica a Parigi. “Il processo di integrazione in Francia non ha mai avuto risultati concreti” ha proseguito il diplomatico criticando il modello francese ma anche quello della Gran Bretagna, “campione filosofico di integrazione dove pero’ non sono riusciti a creare spazio per l’espressione multiculturale“.

“L’Italia”, ha assicurato Habouyoub, “puo’ svolgere un ruolo importante nel quadro di una politica europea per il Mediterraneo che va ampliata per includere tutta l’Africa e l’Europa orientale, dal golfo di Guinea al Mar Caspio“. “Con l’Italia il Marocco ha una storia di pace – ha spiegato l’ambasciatore, ricordando gli accordi commerciali in vigore gia’ ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia – per questo vediamo il vostro Paese come un alleato con cui fare miracoli a livello di governance tra il nord e il sud del mondo”.

Il memorandum d’intesa firmato dall’amministratore delegato di AGI, Gianni Di Giovanni, e dal direttore generale della MAP, Khalil Hachim Idrissi, prevede una collaborazione nella produzione editoriale, sia nell’ambito dell’informazione primaria che nelle attivita’ di comunicazione integrata e multimediale e nella formazione professionale.

“L’Europa – ha continuato Habouyoub – non e’ riuscita a comprendere quel fabbisogno spirituale necessario per creare valori comuni e non e’ riuscita a creare un progetto in grado di integrare queste diverse realta’ culturali”. Di fatto, ha spiegato il diplomatico, lo stesso concetto di ‘laicita” non favorisce il multiculturalismo ma “ha solo creato uno spazio di liberta’ ma sul modello giudaico-cristiano non concepito per assorbire altre religioni, e non solo quella islamica“.

A questo si aggiunge il problema dell‘immigrazione, gestita sempre “in maniera complementare dai paesi europei, con lavori di livello sociale e cognitivo bassissimo“. Il risultato, secondo l’ambasciatore, e’ che “questa popolazione – questo capitale umano si sente diverso nei confronti della sua societa’ di origine ma si sente anche un animale strano nei confronti del nel paese ospite“. “Non dobbiamo quindi sorprenderci di questi fenomeni – ha detto l’ambasciatore – che non sono musulmani, non sono umani, e che ho problemi a definire”.

“Questa schizofrenia societaria e identitaria e’ un punto esclamativo che dovrebbe far riflettere – ha proseguito l’ambasciatore – non solo l’Europa ma i paesi d’origine. Abbiamo sbagliato nel non lavorare insieme nel creare il multiculturalismo. E di questo siamo responsabili anche noi”. Ecco perche’ quindi, ha spiegato Habouyoub, “oggi con la crisi in Europa con i cambiamenti epocali nel sud del Mediterraneo che sono ancora all’inizio crediamo che Italia abbia ruolo strategico da giocare nel dialogo con la sponda sud del Mediterraneo allargata, dal golfo di Guinea al Mar Caspio, zona in cui l’Italia ha argomenti da sviluppare, soprattutto nell’agire senza quella arroganza che ha inquinato il dialogo fino ad ora”.

“Si tratta – ha detto l’ambasciatore – di mettere in opera una nuova visione, su paradigmi nuovi, mirati al far emergere una nuova politica del Mediterraneo in Europa per creare insieme uno spazio economico che possa ripristinare la competitivita’”.

Da questa governance comune, “abbiamo tutti da guadagnare: tutti lottiamo contro la corruzione, tutti dobbiamo affrontare la fiscalita’ di domani, tutti dobbiamo gestire la solidarieta’ tra generazioni. Insieme, Europa e paesi del Mediterraneo, possiamo affrontare queste sfide e andare avanti”.

Fonte: AGI

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