La tecnologia può aiutare il mondo: l’esempio della Nuova Zelanda e l’appello del Commonwealth

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Mentre la pandemia continua la sua marcia incessante in tutto il mondo, si sono avuti dibattiti internazionali sull’efficacia delle strategie di risposta al virus, si pensi alle proposte legate al distanziamento sociale e alle procedure di isolamento. Numerose sono le preoccupazioni per quelle comunità che sono numerose e per come riusciranno ad applicare le norme sociali.

La tecnologia ha avuto un ruolo importante nella risposta del mondo al coronavirus. Ha permesso a bambini di tutto il globo di poter accedere ai più diversificati programmi di istruzione e alle persone di poter fare acquisti online, senza dimenticare le possibilità di poter lavorare da casa o alle istituzioni di continuare a gestire l’amministrazione pubblica. Stiamo utilizzando tutto il potenziale della tecnologia per combattere questa pandemia globale? Moltissime innovazioni stanno emergendo nel variegato mondo del Commonwealth. Paesi come Singapore, Kenya e Regno Unito stanno utilizzando tantissimo il potenziale tecnologico per continuare le attività economiche e controllare la diffusione del virus. Ad esempio, le applicazioni mobili vengono utilizzate a Singapore per tracciare e monitorare le persone infette e coloro con cui sono venute in contatto.

Il consigliere economico del Commonwealth, Tamara Mughogho  ha recentemente affermato che “Vale la pena esaminare, studiare e comprendere la correlazione tra le dimensione istituzionali, il monitoraggio della popolazione e l’efficacia delle risposte alla pandemia attraverso l’utilizzo delle opportunità della tecnologia. Paesi con popolazioni minori, come la Nuova Zelanda, sono riusciti davvero a controllare la diffusione dell’epidemia attraverso l’utilizzo diffuso della tecnologia“.

Abbiamo vinto, per ora. E riapriremo parzialmente il Paese. Ma ora non dobbiamo mollare“, ha dichiarato alla stampa internazionale la giovane premier della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, che ha annunciato al mondo come anche a livello nazionale il coronavirus possa essere sconfitto.

Il merito delle autorità di Wellington è stato quello di agire per tempo e con misure legate all’innovazione della tecnologia. Le misure implementate dal governo neozelandese per sopprimere il virus sono state sin da subito durissime: clausura in casa di un mese per tutti, spesa a distanza, smart working, uscite limitatissime e controllate dalla polizia e dalla tecnologia. La Nuova Zelanda ha sviluppato la propria applicazione per il tracciamento dei contatti contro la diffusione del coronavirus: una sorta di “diario digitale” per aiutare le persone a tracciare gli spostamenti e assicurando la protezione dei dati sensibili, i dati sono visibili solo agli utenti e alle autorità predisposte all’analisi. La applicazioni serviranno solo nel caso in cui una persona contragga il coronavirus così da poter ricostruire e riferire facilmente i propri spostamenti.

Opportunità che arrivano dal mondo del Commonwealth, che meritano analisi, approfondimento e riflessione. Per aiutare i paesi ad affrontare le nuove sfide dell’emergenza sanitaria, il Commonwealth sta ospitando una serie di seminari online, intitolati “The Economics of COVID-19” che si stanno svolgendo dal 13 maggio e continueranno fino al 10 giugno 2020. I seminari sono guidati da partecipanti di alto livello e dai rappresentanti del Commonwealth, del segretario del Commonwealth e da esperti di politica.

Durante i lavori, i paesi del Commonwealth possono scambiarsi informazioni e lanciare idee su come intendono affrontare le sfide economiche del futuro in rapporto all’innovazione della tecnologia e al controllo della pandemia internazionale. Tali seminari sono aperti a tutti i membri del Commonwealth, con l’obiettivo di condividere le migliori pratiche che sussistono all’interno dell’organizzazione e farsi forza dalle opportunità di cooperazione e crescita di conoscenza comune.

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