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L’export digitale è sinonimo di ripresa economica

L'idea e le visioni dell'export legate al digitale diventano sempre più sinonimo di crescita e ripartenza economica.

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L’idea e le visioni legate all’export digitale diventano sempre più sinonimo di crescita e ripartenza economica. A confermarlo sono anche le statistiche economiche degli ultimi mesi. Se il commercio online deve diventare il vero motore del rilancio è necessario che le imprese intraprendano, convintamente e necessariamente, un percorso di digitalizzazione.

 L’idea che la digitalizzazione delle esportazioni debba essere la leva della ripartenza, lo conferma anche il «Piano per l’export» da 1,4 miliardi del governo, documento che cristallizza le linee strategiche per il rilancio del commercio internazionale puntando sul made in Italy nella fase post-emergenza sanitaria, attraverso il rafforzamento degli strumenti di sostegno all’internazionalizzazione e un’ampia azione promozionale con strumenti e canali digitali. L’export digitale come sinonimo di ripartenza economica perché oramai rappresenta una realtà concreta che affianca le attività degli Export Manager.

Il coronavirus ha generato un’accelerazione dei tempi di adeguamento verso nuove metodologie di lavoro. Come per le altre attività aziendali, anche quella dell’internazionalizzazione non è stata immune da tale importante cambiamento. Dopo il disorientamento dovuto alla presa di coscienza del nuovo scenario, gli export manager, esclusi dalle opportunità commerciali e di network dei momenti di incontro reali, stanno cercando nel digitale una soluzione alternativa. L’interruzione di fiere ed eventi lascia uno spazio significativo, un vuoto che è destinato a riempirsi con l’Export Digitale. Nonostante l’export online sia in crescita da diversi anni, questa modalità d’offerta interessa ancora una piccola parte delle imprese italiane: il 40% usa canali eCommerce per vendere all’estero, mentre oltre metà (51%) solo quelli tradizionali e il 9% non esporta affatto.

Fra le piccole e medie imprese che impiegano canali digitali, più del 50% adotta tale approccio da meno di quattro anni e solo un quinto ha un’esperienza di almeno dieci anni. Il principale mercato per le esportazioni online italiane è l’Europa, che raccoglie circa metà delle vendite ed è la prima area di sbocco per il 52% delle aziende, anche se il primato commerciale è rappresentato dagli Stati Uniti, un quarto dell’export digitale, mentre i paesi emergenti e la Cina restano marginali. La chiusura delle attività produttive tradizionali e le misure restrittive causate dell’emergenza coronavirus hanno spinto molte aziende, nel corso delle ultime settimane, a concentrarsi sui canali digitali per rafforzare il proprio business.

In Italia, il canale on line non si è ancora del tutto affermato come strumento di vendita oltre confine. Le esportazioni italiane continuano ad avvenire prevalentemente secondo modalità tradizionali, ossia in grande parte affidate alle tradizionali figure dell’importatore/distributore locale, oppure sviluppate tramite rivenditori fisici e negozi di proprietà in loco. Il confronto con altre realtà europee, comparabili economicamente e sociologicamente al nostro paese come la Germania o la Francia, rivela che vi sono ampie potenzialità inespresse, canali non sfruttati e occasioni ancora da cogliere. Tra queste, il commercio elettronico è una delle principali. Difatti, in uno scenario internazionale altamente competitivo e con consumatori sempre più inclini all’uso delle tecnologie digitali, l’utilizzo del commercio elettronico come canale di vendita all’estero può risultare una scelta vincente.

Sfruttare le potenzialità dell’e-commerce a supporto dell’export è, tuttavia, complesso: occorrono preparazione, competenze, propensione al cambiamento e adeguati investimenti. Si tratta di una serie di elementi non ancora saldamente presenti nel nostro territorio. Infatti, per rimediare a tali mancanze, si sono inoltre moltiplicate le iniziative di sistema a sostegno delle attività italiane all’estero, tra cui i piani di finanziamento proposti da SACE-SIMEST, ma anche progetti che fanno pienamente leva sul digitale.

Inoltre, per rendere davvero competitivo il sistema commerciale legato all’export digitale, l’apertura di canali eCommerce non è l’unico modo in cui le imprese utilizzano le tecnologie digitali per intensificare le esportazioni. Le aziende iniziano ad utilizzare tecnologie come sensori IoT, stampanti 3D, realtà virtuale o aumentata, intelligenza artificiale e piattaforme comuni nei prodotti o per migliorarne il processo di sviluppo, investendo in strumenti di marketing digitale, soprattutto email marketing e social media marketing, e vanno sempre più diffondendosi innumerevoli software di analytics per supportare la logistica nella gestione delle scorte e degli ordini.

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