Simona Rosito: Il futuro delle PMI è green

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Oggi intervistiamo la Dott.ssa Simona Rosito,  giovane ed intraprendente imprenditrice della provincia di Foggia, da sempre in prima linea per il miglioramento delle PMI del Sud.

D. Dott.ssa Rosito ci descriva brevemente come immagina il nostro futuro, il futuro dell’ambiente.

Il nostro futuro lo immaginiamo nel settore delle biomasse, legno ed energia creando strutture in grado di,attraverso brevetti, operare attorno alle filiere la lavorazione del legno e la produzione di energia.
La produzione per biomassa va a qualificare il prodotto certificandolo per l’alimentazione delle centrali;attraverso la sua scarsa umidità consentirebbe un riutilizzo immediato nei processi a biomassa con altissima resa. E’ un prodotto certificato e legnoso, utile anche per la produzione di pellet.
Per quanto riguarda il legno pregiato, ricavato sempre dallo stesso albero,otterremo semilavorati di altissima qualità che verranno utilizzati in bioedilizia,arredo,nautica,etc…
La coltivazione di boschi da Paulownia consentirebbe l’opportunità di coltivarla ed utilizzare materia prima in buona parte del Centro Sud; aree nelle quali è difficilissimo coltivare legno pregiato; in quanto la stessa richiede pochissimo apporto ibrido.
Alcune estensioni delle stesse verranno utilizzate per l’estrazione da biodisel.
Abbiamo e stiamo collaborando con Università Italiane Internazionali puntando verso tutto il Know how sulla ricerca e innovazione e attraverso l’utilizzo di brevetti ecosostenibili e che non impieghino grandi risorse economiche, bensì la valorizzazione al massimo utilizzo della risorsa legno. Prevediamo un miglioramento-creazione-completamento della filiera agro energetica.
Lo sviluppo è realizzabile in ogni area territoriale del nostro Paese; prevediamo circa 300 ha per ogni area in cui si svilupperanno vecchie attività professionali sulle lavorazioni del legno e nuove abbinate ad attività nel settore energetico e in quello delle lavorazione; perciò,per ogni area,possiamo prevedere un 200-300 occupati in base al piano di sviluppo.

D. Dott.ssa Rosito il futuro dell’economia è sempre più ‘green’. Come si è avvicinata a questo settore? Con quali difficoltà di inserimento?

Il progetto è ancora in fieri, ma chi lo ha seguito sin dal principio non può non apprezzarne la crescita. O meglio, la metamorfosi: da brevetto di carta ad albero in provetta, fino a diventare veri e propri arbusti di una cultivar prodigiosa e perfezionata in laboratorio, in grado di risolvere gli annosi problemi legati alla deforestazione, al dissesto idrogeologico, all’inquinamento ambientale.
Tutto grazie ad un albero ‘speciale’ perché nato in provetta e al coraggio di una giovane imprenditrice che crede – fortemente e senza riserve – nella green economy. Stiamo parlando della Paulownia, l’Albero della Principessa, sul quale ho scommesso tutto Simona Rosito, 38 anni, amministratrice unica della FutureGreen, azienda leader nel settore delle energie rinnovabili. Un progetto ambizioso, che da San Paolo di Civitate, nel Foggiano, sta conquistando l’intero Paese grazie al brevetto “Clone Paulownia”, acquisito in esclusiva dai laboratori di ricerca dell’Università Europea. recentemente nominata corrispondente culturale per l’Italia dal Mediterranea Academy of Culture Tourism and Trade Malta, oltre ad essere membro dell’esecutivo dei Giovani Industriali di Capitanata, membro del Comitato regionale Ambiente Senior Confindustria Puglia e del Comitato Energia e Ambiente GI Nazionale ed Esecutivo Nazionale Fare Ambiente.

D. Tutto il progetto ruota attorno al brevetto Clone Paulownia. Quali sono le caratteristiche che rendono questa cultivar diversa da tutte le altre?

Attraverso la micropropagazione, è stato ottenuto un clone che racchiude le migliori caratteristiche genetiche di diverse cultivar: il ridotto apporto idrico, la rapida crescita, le dimensioni della foglie. In questo modo è possibile recuperare ‘alluminio di legno’ per l’industria nautica o del mobile senza impoverire i nostri ‘polmoni verdi’ e senza privare il terreno degli apparati fittonanti che lo proteggono, trattenendolo, dal rischio del dissesto idrogeologico.
Come è stata accolta in Capitanata e nel resto d’Italia la Paulownia? Quante piantagioni sono state avviate?
La Paulownia è stata accolta molto bene in Capitanata e nel resto d’Italia. In provincia di Foggia sono già presenti 80 ettari di Paulownia e si aspira, attraverso gli imprenditori, a raggiungere 300 ettari, per la produzione in loco di legno pregiato. Nel resto d’Italia si è guardato bene alla valorizzazione prima dei soggetti della filiera e poi all’attivazione della stessa con la messa a dimora della pianta. Tra le regioni più operative, vi sono la Calabria, il resto della Puglia, Abruzzo, Campania, Basilicata, Toscana, Piemonte, Sicilia e Sardegna. In tutta l’Italia la Paulownia copre circa 200 ettari: le più grandi messe a dimora sono ad un anno dalla piantumazione e a cinque mesi dal taglio tecnico.

D. In chiusura, qual è la mission della FutureGreen Paulownia?

Ce n’è più di una: salvaguardare l’ambiente, incentrando l’attenzione sulla deforestazione, contrastare il dissesto idrogeologico e contribuire alla diminuzione dei livelli di Co2. In tal modo, il secondo obiettivo diventa quello di creare mini-filiere corte che contribuiscano alla realizzazione a rapido accrescimento di boschi che producono in breve tempo legno pregiato e approvvigionamento della materia prima per le biomasse. Filiera dunque del legno, energia, biomasse.

La redazione – © Riproduzione riservata

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